SoCCoS: Critical Cartographies of Sound in Europe

Facendo leva sulla complessità dell’archivio dei paesaggi sonori è possibile costruire una cartografia critica che metta in discussione le narrazioni autorizzate ed accettate della storia, della politica, della cultura. Allo stesso tempo, il suono introduce una sfida semantica per glii elementi coinvolti nella rete associativa e relazionale che viene generata dalla pratica dell’ascolto.

Attraversando criticamente le diverse culture che derivano dai vari suoni e dalle storie del suono in contesto europeo, si possono creare le condizioni a partire dalle quali ‘altre’ posizioni possono essere percepibili, insistendo non tanto sulle nozioni ‘utopiche’ di connessione ed assenza di confini, quanto sulla possibilità di mettere in evidenza le dissimmetrie e le tensioni prodotte dal processo dell’ascolto. Questa pratica può portarci a pensare ed a sentire, a continuare ad imparare. Al di là di un approccio puramente musicale, la cultura del suono potenzia le relazioni inter e transculturali, favorendo incontri e forme di traduzione culturale, riconfigurando i discorsi sul genere, la razza e la differenza, dando nuovo senso a concetti come “identità” e “comunità”.

Questo articolo è incluso nel catalogo finale del’edizione 2014-2016 di SoCCoS, rete europea di residenze di sound art e progetto basato sull’idea che culture diverse delle arti e delle sperimentazioni sonore possano essere messe in dialogo le une con le altre, in un processo finalizzato a “rivelare” la Cultura del Suono (SoCCoS è l’acronimo di Sound of Culture / Culture of Sound).

In this framework, sound – as a matter necessarily linked with both affect and the public sphere – invites us to deal with new forms of connectedness and multiculturalism. Especially at a time when the notion of Europe is “under fire, both as a result of resurgent nationalism and euro-scepticism that challenge the ideal of supra-nationality and cooperation and as a result of its contested border politics” (Ponzanesi and Leurs, 2014: 4), such an invitation is vital. Whether we think of Europe as a historical, political, geographical, or emotional concept, there is an urgency now to scrutinize and to re-configure its notion, to listen to the “ruins” that it has produced through the creation of unequal categories and regimes of human rights, citizenship, and hospitality.” (p. 202)

Viseu: T. Beira Alta, 199-204
volume a cura di Luis Costa e Julia Eckhardt
Inglese, ISBN 9789899720596