Liminaria: Experimenting with Sonic Translation within Rural Space in Southern Italy

Questo testo, scritto su invito dell’università RMIT di Melbourne in occasione della mostra “Super Field” tenutasi alla RMIT Design Hub Gallery, analizza una serie di temi relativi all’uso di pratiche sonore ed artistiche in contesto rurale, focalizzandosi specificamente sull’esperienza di Liminaria, progetto di studio e di ricerca sul campo orientato alla creazione di reti sostenibili dal punto di vista culturale, sociale ed economico nel territorio del Fortore, microregione rurale del meridione d’Italia compresa tra le province di Benevento, Campobasso e Foggia.

Intersecandosi con le questioni intorno alle quali si costruisce la mostra, e cioè la possibilità di fare esperienza del remoto e della remoteness attraverso l’ascolto e le pratiche del suono, e l’indagine di una serie di temi sociali, economici ed ambientali che riguardano regioni e comunità isolate, l’articolo si concentra sull’analisi della relazione problematica tra artisti, paesaggi e comunità in un progetto come Liminaria, in cui vengono in evidenza temi come la traduzione culturale, le dinamiche di soggettivizzazione, le potenzialità, i rischi del dialogo ‘estetico’, la messa in discussione dei paradigmi della narrazione modernista sui territori remoti e rurali.

In terms of a complex system that conveys ideas and bodies, by connecting different spaces and times, contemporary languages and traditions, the rural territory thus overcomes the limits of the map and its representation. Reconfigured, in a foucaultian sense as an heterotopic device, it suggests different ways to experience the history and culture, to practice the time and space in peripheral places of modernity. From this perspective other narratives arise, to the extent that the sounds produced by the artists with the local community brings out – through a temporary translation process – fragments of a past that opens to the dynamic and unpredictable trajectories of the present, fueling a process in which, starting with the revision of the current, it”s possible to re-imagine (and re-occupy) the rural territory as a “different landscape“.” (p. 37)

Melbourne: RMIT Design Hub Gallery, 33-37
Mostra/catalogo curati da Madelynne Cornish e Philip Samartzis
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